Tre tratti distintivi della leadership che non passeranno mai di moda
Quando ero bambino, i ragazzi del vicinato giocavano tutte le sere in un parco lì vicino. Il nostro indiscusso leader era un ragazzino che aveva a malapena un anno più di me, almeno credo. Lui presentava i nuovi bambini a tutti i presenti, insegnava loro le regole dei giochi cui ci dedicavamo e si assicurava che nessuno si sentisse messo in disparte.
Inoltre, noi tutti ci fidavamo ciecamente di lui perché ci guardava sempre le spalle quando combinavamo dei guai.
Nessuna delle lezioni sulla leadership che ho appreso, dimenticato o imparato nuovamente da allora mi ha mai lasciato un segno tanto indelebile quanto quelle che ho avuto quando ero un bambino.
Tre in particolare spiccano:
Fiducia: I membri del tuo team si fidano di te? Loro sanno che tu, senza alcun dubbio, ti schiererai con loro in qualunque situazione? Solo quel tipo di fiducia permette alle persone di sentirsi più forti, dà loro il coraggio di innovare, di assumere dei rischi e di spingersi oltre la propria zona di comfort per trovare il successo.
David Maister, Charles Green e Robert Galford, che hanno scritto “The Trusted Advisor”, sottolineano quattro attributi sui quali basare il tuo quoziente di fiducia: credibilità, affidabilità, intimità e orientamento verso se stessi.
Empatia: Hai notato quell’espressione di ansia quando il tuo collega è entrato in ufficio questa mattina? Oppure te lo sei perso perché eri tutto preso a preoccuparti delle scadenze che si avvicinano? Tratti i membri del tuo team come esseri umani o semplicemente come lavoratori?
L’intelligenza emozionale è ampiamente riconosciuta come una delle qualità necessarie ad un leader, ma essere sincero e lasciar trasparire le proprie emozioni non sono considerate tali. Io sono disorientato dal fatto che ci si aspetta che i leader mantengano al lavoro un assoluto autocontrollo, “stiff upper lip” come dicono i Britannici. Perché al contrario non possiamo gioire dei nostri successi, o mostrare preoccupazione per i nostri intoppi invece di andare semplicemente avanti ad ampie falcate vivendo tutto allo stesso modo? Perché non possiamo ridere e piangere con gli alti e i bassi delle vite dei nostri colleghi? Siamo esseri umani e sapere che i nostri superiori si preoccupano per noi è un bisogno umano fondamentale.
Essere mentore: Non importa quanto talento possiamo avere, noi desideriamo ardentemente “il tocco” della nostra guida, il mentore che ci insegnerà le regole del gioco. Pat Riley, il coach NBA rispettato ovunque, una volta disse che non c’era grande giocatore che non desiderasse essere allenato. La stessa cosa vale nel lavoro. Saresti nella posizione in cui ti trovi oggi se il tuo capo non ti avesse spinto nella giusta direzione? Quando le persone sono perplesse riguardo cosa il futuro possa riservare per loro e le loro organizzazioni, la presenza di un mentore è critica.
Quando ero piccolo non avrei mai immaginato che mentre ero all’aperto che giocavo all’ombra dell’Himalaya stavo imparando alcuni dei principi che non passeranno mai di moda. In un momento in cui le persone si chiedono ovunque quali siano i valori di un leader, quelle caratteristiche sembrano risuonare persino di più.