Tre principi essenziali di leadership Tre principi essenziali di leadership
19.11.2024

Questo mese mio figlio Scott e io faremo una presentazione alla conferenza annuale dell'Association for Talent Development (ATD – Associazione per lo Sviluppo dei Talenti, ndr.) sui sei principi di una leadership eccezionale. Nel blog di oggi presenterò in anteprima tre di questi principi, sottolineando la loro origine e il motivo per cui li ritengo essenziali.


Principio numero uno: la Leadership è una Partnership

Contrariamente a una percezione comunemente errata, la leadership non consiste in una persona che comanda e in un'altra che risponde. Questo è il modello di leadership dall'alto verso il basso, e i suoi giorni sono finiti.

Oggi la leadership è una partnership che implica la fiducia reciproca tra due persone che lavorano insieme per raggiungere obiettivi comuni. Sia il leader che il collaboratore influenzano l'altro e giocano un ruolo nel determinare il modo in cui le cose vengono fatte.

Quando Paul Hersey e io iniziammo a scrivere e a parlare di leadership come partnership negli anni '60, il nostro lavoro fu considerato rivoluzionario. L'idea alla base del nostro approccio situazionale era che lo stile di leadership migliore è quello che corrisponde alle esigenze di sviluppo della persona guidata. A volte una persona ha bisogno di direttive, altre volte di sostegno. Il leader adatta il proprio stile alla situazione e la leadership diventa una partnership tra leader e collaboratore.

Quando i leader adottano una mentalità di partnership, sono consapevoli del fatto che loro e i loro collaboratori giocano parti fondamentali nella stessa squadra. Piuttosto che guidare attraverso il controllo, guadagnano la fiducia delle persone, sollecitano le loro idee e lavorano con loro per raggiungere gli obiettivi. Questo approccio di partnership porta a risultati impressionanti che non sono possibili quando tutta l'autorità è spostata verso l'alto nella gerarchia e i leader si assumono tutta la responsabilità del successo.

Principio numero due: un buon leader coglie quando le persone fanno le cose per bene

Quando ho iniziato a studiare la leadership, i capi erano ampiamente considerati come persone il cui compito era quello di cogliere i loro diretti collaboratori in fallo. I manager valutavano le prestazioni di qualcuno, lo rimproveravano, gli chiedevano di migliorare e sparivano fino alla volta successiva. A me sembrava il contrario di un ambiente motivante.

A quei tempi, raramente si guardava al proprio capo come a un partner o a un amico. Quando si vedeva arrivare il capo, si tendeva a nascondersi per paura di finire nei guai. Per molti dipendenti, l'unica volta che il capo si presentava era per correggerli se facevano cose sbagliate.

Questo mi ha fatto pensare: E se la situazione fosse invertita? E se il capo andasse in giro a cogliere le persone che fanno le cose giuste, a lodare i loro progressi e a incoraggiarle?

Queste domande hanno portato al secondo segreto del mio libro con Spencer Johnson, The One Minute Manager: Le lodi da un minuto. Quando io e i miei colleghi in Blanchard abbiamo sviluppato lo SLII®, abbiamo scoperto che le lodi sono la chiave per aiutare le persone a passare da un livello di sviluppo all'altro. Osservando il comportamento e incoraggiando le persone, il leader aiuta i follower a passare da principiante entusiasta (D1) ad apprendista disilluso (D2) a collaboratore capace, ma cauto (D3) a realizzatore autonomo (D4).

Questo non significa che un leader debba ignorare gli errori. Un buon leader rivedrà l'errore con la persona e le mostrerà come tornare in carreggiata, in modo da poterla lodare di nuovo!

Principio numero tre: La leadership è amore

I leader migliori sanno che la leadership non è una questione di potere, ma di relazioni. Trattano le persone con rispetto e fanno capire loro che sono una parte speciale della loro squadra. Guidano con amore.

Le persone si innervosiscono quando sentono la parola amore applicata al posto di lavoro. Dubitano che si possa affrontare la dura realtà della guida di persone e organizzazioni con qualcosa di morbido e soffice come l'amore. Cosa succede quando le cose si fanno difficili? Cosa succede quando le persone non si comportano bene o quando i risultati finanziari non sono quelli desiderati? Molti leader pensano che il distacco emotivo sia più utile dell'amore nel mondo degli affari.

Non siamo d'accordo. Crediamo che solo quando i leader estendono la grazia di una stima positiva e incondizionata - in altre parole, l'amore - i colleghi possono sentirsi sicuri, apprezzati e pronti a dare il massimo sul lavoro.

Amare e rispettare le persone con cui si lavora porta a relazioni significative e a risultati positivi a lungo termine. Il vecchio modello aziendale che prevede di andare sul sicuro tenendo le persone a distanza non ispira il tipo di impegno che crea grandi organizzazioni.

Margie Blanchard lo riassume magnificamente: “La leadership non è qualcosa di amorevole, è amore. È amare la propria missione, amare i propri collaboratori, amare i propri clienti e amare sé stessi abbastanza da togliersi di mezzo per permettere agli altri di essere magnifici”.

Collaborazione, lode e amore: Mettete in pratica questi tre principi mentre guidate le persone giorno per giorno. Non solo otterrete risultati straordinari, ma vi divertirete e vi appagherete di più al lavoro!



Autore: Ken Blanchard - Insegnante ed esperto di Leadership
Fonte: www.blanchard.com