La differenza nell’allenare i principianti e gli esperti La differenza nell’allenare i principianti e gli esperti
14.04.2015

Dopo anni di gioco ai massimi livelli nel suo sport, Tiger Woods si è trovato in un periodo duro, cercando invano di vincere importanti tornei. Nel febbraio 2015 si è ritirato dall’Honda Classic, dichiarando il suo gioco “non pronto per la competizione”. Paul Azinger, analista sportivo ESPN, affermò che Woods era diventato meccanico e “sovra strutturato anziché essere grande.” I cronisti aggiunsero che Woods non aveva bisogno di imparare di più ma avrebbe dovuto piuttosto disimparare.

 


A seconda della fase della carriera in cui un atleta si trova - che sia alle prime armi in uno sport, che sia una star all’apice della sua carriera o ancora un giocatore esperto, come Woods, che sta cercando di tornare ai suoi standard - c’è bisogno di allenamenti molto diversi. La stessa cosa è vera per gli affari.

 

I professionisti esperti hanno profonde conoscenze, credibilità e sicurezza. Ma le loro conoscenze possono interferire con il loro apprendimento. Rischiano di non cogliere importanti cambiamenti nel mercato semplicemente perché determinati segnali possono non corrispondere con i loro modelli. Avendo già visto questi schemi, può capitare che trascurino alcuni errori o non prendano in considerazione risultati insoliti. Inoltre, ricevono pochi feedback perché lavorano relativamente bene e gli altri immaginano che comprendano da soli come migliorare le parti non ancora ottimali del loro lavoro.

 

D’altro canto, quando si riceve un nuovo incarico, le persone hanno meno sicurezza, quindi procedono con più prudenza, facendo piccoli passi. Mancano di conoscenze ma sono più predisposti a fare domande, ascoltare, cercare indicazioni e seguire i consigli dei colleghi. Sono entusiasti nell’agire, ma possono commettere errori da principiante.

 

Entrambe le situazioni possono portare a ottimi risultati. (Infatti, la mia ricerca ha evidenziato come nei settori legati alla conoscenza, i principianti tendano a superare i risultati dei colleghi più esperti per quanto riguarda l’innovazione e la velocità). 

Ma, c’è bisogno di stili di coaching molto diversi. Ad esempio, le persone più inesperte del tuo team hanno bisogno di supporto per indirizzare i loro sforzi, mentre per i componenti più esperti serve incoraggiamento per uscire dai soliti schemi.

Ecco alcuni modi per migliorare il tuo approccio basandoti sulla curva di apprendimento della persona cui ti rivolgi:

 

1. Fornisci riscontri. Non servirebbe neanche dire quanto sia i principianti che gli esperti abbiano bisogno di feedback, cambia però la tipologia. Uno studio pubblicato sul Journal of Consumer Research dimostra come i principianti cerchino e reagiscano di fronte ai riscontri positivi, mentre i veterani siano alla ricerca dei feedback di miglioramento. Il personale inesperto cerca disperatamente indizi per capire se sta procedendo nella giusta direzione. Accertati quindi di dire alle persone alle prime armi cosa stanno facendo bene, conferma le loro azioni, aiutali ad acquisire sicurezza.

Mentre i più giovani hanno bisogno di conferme, i tuoi collaboratori più esperti hanno bisogno di correzioni – un coaching che segnali quando si stanno allontanando dalla strada giusta. Nello stesso modo in cui il termostato riceve letture periodiche della temperatura della stanza, i professionisti più esperti necessitano di un costante flusso di informazioni per mantenere alto il rendimento. Fornisci ai tuoi collaboratori esperti più indicazioni di quelle di cui sembrano aver bisogno e fa capire loro quali siano le loro lacune e dove abbiano bisogno di migliorare.

 

2. Indica la direzione. I principianti tendono a lavorare velocemente ma potrebbero concentrarsi troppo sul problema sbagliato. Un ufficiale comandante della Marina Statunitense disse: “I principianti sono tutta spinta, senza alcuna direzione”. Sono pieni di energie e di voglia di lavorare, ma hanno bisogno di essere indirizzati nella giusta direzione. Aiutali a capire i compiti che devono assolvere e guidali verso gli obiettivi corretti. Se iniziano a smarrirsi poni loro queste domande: Qual è l’obiettivo fondamentale? Chi è il tuo cliente più importante? Qual è il prossimo passo verso questo traguardo?

 

I lavoratori più esperti solitamente sanno come riconoscere il giusto problema. Tuttavia, possono rimanere fossilizzati mettendo in campo sempre le stesse strategie. Spronali a provare strade nuove e più efficienti per raggiungere la meta. O aiutali a improvvisare usando le risorse che si trovano a disposizione volta per volta anziché aspettare che arrivino sempre gli stessi strumenti. Poni loro domande come: Qual è la strada più semplice per arrivare a questo obiettivo? Cosa puoi realizzare con gli strumenti e le risorse che hai oggi a disposizione?

 

 3. Instaura rapporti. I tuoi collaboratori inesperti avranno generalmente pochi contatti, quindi presentali a quelli più esperti, in modo che abbiano a disposizione delle guide. Detto questo, ci saranno delle volte in cui vorrai volontariamente lasciarli senza appoggio. Ad esempio, Michael Fertik, amministratore delegato di Reputation.com, mi disse che fa attenzione a non dire ai nuovi venditori (molti dei quali sono ragazzini appena diplomati) dove devono iniziare il processo di vendita. Aggiunse che “In assenza di informazioni, loro spesso iniziano a informarsi direttamente al vertice dell’azienda”.

 

I professionisti con più esperienza invece hanno già di solito una fitta rete di contatti, ma tali network possono portare al ripetersi degli stessi vecchi schemi (come ascoltando un eco) e delle medesime idee, quasi fossero un elemento congenito. Il tuo compito più importante nel ruolo di coach può essere proprio aiutarli a vedere quello di cui non si rendono conto da soli. Aiutali a instaurare il dialogo con nuove persone, ad ascoltare nuove voci - specialmente quelle che metteranno in dubbio lo status quo. Chiedi: Chi ha una posizione marginale su questo tema, che potrebbe avere una prospettiva nuova che abbiamo bisogno di considerare? Chi potresti consultare per sfidare questo punto di vista?

 

Quando adatti il coaching al livello di esperienza di ogni persona, spingerai il personale a performare al meglio e otterrai il più alto ritorno sul tuo investimento. Forma i nuovi arrivati in modo che possano subito inserirsi nel sistema dando immediatamente il loro contributo. Sii come uno specchio per il personale più esperto in modo che possa vedere i risultati delle sue prestazioni e possa correggersi in modo critico. Ricorda che potresti avere qualche “Tiger” nel tuo team - giocatori che hanno bisogno ritrovare il loro gioco - quindi aiutali a lasciar andare i pesi del successo, permetti loro di disimparare e fa in modo che riconquistino l’entusiasmo iniziale.



Autore: Liz Wiseman - Esperta di Leadership, Autrice dei libri Rookie Smarts, Multipliers & The Multiplier Effect
Fonte: Harvard Business Review - http://blogs.hbr.org