5 segnali che identificano un Boss 'nocivo' 5 segnali che identificano un Boss 'nocivo'
20.10.2015

Gallup ha stimato che lo scarso coinvolgimento causato da pessimi superiori costa più di 450 miliardi di dollari l'anno. 


Prima ancora di scrivere i nostri libri abbiamo sperimentato un aumento di interesse riguardo la nostra offerta di formazione nell’ambito della leadership. I nostri corsi e workshop aziendali sono triplicati in un solo anno. Insieme alla crescita sono arrivate anche le sfide. Ci siamo chiesti come strutturare al meglio il nostro team e dove focalizzarci in termini di persone e di budget.

Per permetterci di dedicare la maggior parte del nostro tempo ai clienti e alla stesura di libri, abbiamo investito in un leader senior e gli abbiamo affidato completamente la gestione imprenditoriale dell’azienda. 


Pensavamo che significasse passare alla standardizzazione del processo di fatturazione, trovare più risorse e ricordarci di fare il controllo di gestione una volta al mese. Il manager invece aveva altre idee. Dopo poche settimane dal suo arrivo, non avendo la minima idea di come funzionasse la nostra attività e senza aver parlato con nessuno della squadra, vide un’indecisione da parte nostra relativa alle modalità della nostra crescita e divenne un dittatore di punto in bianco. Iniziò a prendere decisioni importanti: annunciando che avrebbe introdotto nuovi manager al posto di persone fidelizzate e sostituendo membri del team che avevano lavorato per noi per anni. Nel corso della riunione che avevamo avuto a colazione, dove ci aveva informato del suo piano e aveva impedito ogni ulteriore discussione, uno di noi ricorda di essersi chiesto che tipo di condanna avremmo dovuto scontare se avessimo conficcato le punte della forchetta nell'occhio di quell’uomo.

 

Prima del suo arrivo avevamo un team dinamico e compatto che collaborava costantemente per risolvere i problemi e portare a termine il lavoro. I ruoli si erano evoluti in base alle esigenze, non in base ad una struttura di comando a controllo gerarchico, ma con un modello di squadra in cui ci siamo sempre sentiti uguali nelle responsabilità per i successi o per i fallimenti. Ironia della sorte, è stato grazie all'interazione con questo manager che abbiamo capito il valore incredibile di quello che avevamo appena perso. Quello che seguì fu un anno molto difficile, trascorso cercando di raggiungere un livello di cooperazione. Alla fine ci liberammo di questo manager e ottenemmo nuovamente la nostra autonomia, avendo imparato la lezione nel modo più duro: esistono boss controproducenti.

 

Un recente studio condotto da Accenture mostra i motivi più diffusi per i quali le persone lasciano il proprio posto di lavoro:

  • Non mi piace il mio capo (31%)
  • La mancanza di autonomia (31%),
  • Politiche interne (35%) e
  • Mancanza di riconoscimento (43%).

 

Sarebbe difficile sostenere, come manager, che non controlliamo tutte queste quattro voci.

Se stai pensando di cambiare posto di lavoro per avere un capo diverso, o se stai cercando di capire con che tipo di titolare stai lavorando attualmente, quello che segue è un breve elenco di caratteristiche che accomunano i cattivi manager. Lavorare per queste persone è a tuo rischio e pericolo:

 

Devi combattere per avere accesso alla sua stanza: La maggior parte dei problemi con i pessimi boss sembravano derivare da una mancanza di comunicazione. Il nostro amico Tom McDonald è uno dei graphic designer più talentuosi che conosciamo (il suo nome è stato cambiato per proteggerlo dal suo pessimo capo): "Quando mi sono accorto che sarebbe stato un privilegio raro poter accedere all’ufficio del mio superiore per avere delle approvazioni – e che lui si aspettava che io (e anche gli altri) avremmo lottato per questo accesso -, ho capito che la cosa avrebbe portato gravi inefficienze". Tom ha aggiunto che la sua funzione era situata a 11 piani di distanza dall'ufficio del suo capo! E per di più raramente riceveva risposte alle sue domande tramite mail. "Direi che un tasso di risposta del 30 per cento o anche meno a domande serie di lavoro ed e-mail dirette comporta un’etichetta di “pessimo capo” ha detto." Si potrebbe essere tentati di pensare che l'intento era quello di promuovere un senso di autonomia decisionale, ma questo supervisore era invece una persona che delegava pochissimo. Così il risultato è stato un’alienante inerzia che ha avvolto tutti i progetti."

 

Non hanno obiettivi chiari: Un altro segno per individuare un pessimo capo è la confusione riguardante gli obiettivi. Ad esempio, se al termine di riunioni organizzate dal TUO capo a nessuno è chiaro quali siano i "prossimi passi", potrebbe essere a causa del linguaggio utilizzato, volutamente vago e nebuloso. Se hai sentito troppi slogan e obiettivi contraddittori significa che il tuo pessimo capo non vuole che nessuno prenda qualsiasi iniziativa o decisione senza consultarsi prima con lui / lei.

 

Vieni escluso dall’Organizzazione: "Una delle prime cose che ho notato lavorando per quel capo era che nessuno in altri reparti voleva lavorare con il mio boss o con noi", ha detto Tom. "Siamo stati volutamente evitati, e questo era probabilmente dovuto al fatto che il nostro ufficio veniva gestito secondo la regola paranoica del ‘fallo a spese loro, prima che loro lo facciano a spese tue’, trattando tutti i potenziali colleghi come avversari".

 

Loro non sbagliano mai: I pessimi leader rifiutano sempre di ammettere di aver commesso degli errori. Infatti, se non riesci a ricordare l'ultima volta in cui il tuo capo abbia ammesso di aver sbagliato qualcosa, o addirittura non ricordi di averlo mai visto chiedere un consiglio alla squadra nei momenti in cui era difficoltà, allora vuol dire che il tuo capo potrebbe essere pessimo. Ma c'è di più, a questo punto: un altro tratto tipico dei capi che non sbagliano mai è che in genere vedono gli altri solo attraverso le loro lenti. Una volta abbiamo lavorato con un dirigente che era una brava persona, ma aveva un complesso. Lui era convinto che i venditori, incentivati dalle percentuali, fossero avidi, e che i lavoratori che chiedevano aumenti fossero egocentrici e narcisisti.

Chiunque avesse tirato in ballo la questione “soldi” nel suo ufficio era finito con un “voto negativo sul registro”. Questo capo era ispirato da alti ideali e motivato a guidare le persone per raggiungere i più elevati obiettivi, convinto che tutti i lavoratori dovessero trovarsi lì solo per il bene dell’azienda e dei clienti. Certamente uno scopo nobile! Ma non era riuscito a capire che alcune persone sono più motivate dalle ricompense che dalla “gloria”. Non possono farne a meno; è nella loro natura. I grandi leader accettano che i loro dipendenti abbiano diverse motivazioni per operare e trovano il modo di far leva sulle loro aspirazioni per raggiungere grandi traguardi.

 

Hanno i loro preferiti. Tutti hanno qualcuno all’interno del team con cui vanno più d’accordo, a livello di personalità, perfino i boss. E questo è comprensibile. Ma i cattivi boss fanno favoritismi – dando incarichi interessanti, promozioni ed eccessive attenzioni, e tipicamente ad un dipendente servile che sembra non piacere a nessuno.

 

Il costo di tutto questo? Gallup ha stimato che lo scarso coinvolgimento prodotto nei dipendenti da un pessimo capo costa all’incirca dai 450 ai 550 miliardi di dollari l'anno. Una cifra molto elevata in termini di perdita di produzione e frustrazione del talento.

Potremmo continuare: i pessimi boss fanno troppe promesse, non sono affidabili, si prendono il merito del vostro lavoro, e così via. Ma lasciamo l’elenco di 5 punti per ora, perché ci piacerebbe sentire la tua opinione. Come fai a capire se stai lavorando per un pessimo capo?

 

 



Autore: Chester Elton - Scrittore, esperto di motivazione, consulente per la gestione del coinvolgimento dei dipendenti
Fonte: www.inc.com